Le basi della chitarra jazz: cosa devi sapere?

Parlando con altri chitarristi mi sono reso conto che spesso c’è il desiderio di suonare nello stile jazzistico in cui si improvvisa su un giro di accordi, ma spesso non si sa da dove iniziare, su youtube e internet c’è tantissimo materiale ma perlopiù in inglese e soprattutto senza un ordine che aiuti il principiante in un percorso lineare.

In questa lezione espongo le basi della chitarra jazz, gli elementi base che servono per creare una propria melodia su una sequenza armonica, che ho riassunto in sette punti:

  1. conoscere il tema e saperlo eseguire su tutta la tastiera.
  2. analisi della struttura (accordi e relazione armonica). 
  3. creare figure ritmiche tipiche del jazz.
  4. uso degli arpeggi degli accordi.
  5. conoscere la scala maggiore.
  6. conoscere le note che caratterizzano ciascun accordo (guide tones).
  7. uso dei cromatismi.

Per rendere concreto il nostro studio è necessario applicare questi elementi su una canzone, che in questo caso sarà la prima parte del famosissimo standard Autumn Leaves.


IL TEMA

La prima cosa da conoscere nel suonare un brano è la melodia ovvero il tema, che per musicisti come Sonny Rollins e Thelonius Monk deve restare sempre centrale. Inizialmente può essere utile pensare all'improvvisazione come ad una semplice variazione sul tema.
Il brano ha la struttura AABC, noi prenderemo in considerazione le prime 16 misure cioè le due A:

Autumn Leaves 2A


LA STRUTTURA ARMONICA

I primi tre accordi di Autumn Leaves sono Re minore settima, Sol settima e Do maggiore settima, e costituiscono una progressione chiamata II-V-I maggiore, che è alla base della musica tonale per la tensione e risoluzione che viene a crearsi. (Se non conosci questi accordi, dai un'occhiata alla mia lezione sui primi accordi da conoscere per suonare jazz.)

La suoneremo utilizzando degli accordi conosciuti come Shell Chords, cioè accordi costituiti dal  primo, terzo e  settimo grado della scala di riferimento.

Autumn leaves: primi tre accordi

L’improvvisatore deve essere in grado di riprodurre il suono che ha in testa in qualsiasi momento dell’esecuzione, la prima cosa sulla quale un chitarrista deve esercitarsi è quindi suonare note e accordi in posizioni diverse della tastiera, che deve essere conosciuta perfettamente.

Autumn leaves: primi quattro accordi

Proseguendo nell’analisi della nostra struttura abbiamo un’altra sequenza II-V-I, questa volta in minore,  costituita dagli accordi di Si minore settima bemolle quinta, Mi settima e La minore settima. Quest’ultimo accordo può essere sostituito dal La minore sesta.

Ora suoniamo le ultime quattro misure che concluderanno le prime due A.

Autumn leaves: cadenza minore


IL RITMO

La varietà ritmica e la pronuncia sono una parte essenziale del jazz, infatti Duke Ellinghton scrisse un brano che intitolò “It don't mean a thing, if it ain't got that swing”, "non significa niente se non ha lo swing", iniziamo quindi ad esercitarci con una figura ritmica chiamata charleston:

Ritmo Autumn Leaves
Secondo ritmo Autumn Leaves


GLI ARPEGGI

Da Charlie Parker in poi  gli arpeggi sono diventati una componente fondamentale dello studio jazzistico, in quanto ci permettono di pensare verticalmente, evidenziando le note che formano gli accordi e facendoci sentire la progressione armonica anche senza l’accompagnamento di altri strumenti.
A questo proposito un ottimo esercizio da fare su tutti i brani è quello di suonare gli arpeggi sulla nostra struttura, ascendendo sul primo accordo e  discendendo sul secondo, per tutte le otto misure, come in questo esempio:

Autumn Leaves con arpeggi


LA SCALA MAGGIORE

Inizialmente cerchiamo di conoscere molto bene la scala maggiore, questo ci consentirà in un secondo momento di approfondire l’argomento delle modalità.

Prima di tutto suoniamo la scala maggiore:

La scala maggiore

Ciascuna nota ha sotto di se un numero romano che indica il grado, nella tonalità di Do maggiore la nota Do è il primo grado, la nota Re è il secondo grado, la nota Mi è il terzo grado e così via fino all’ottavo grado.

Ora suoniamo la scala maggiore sulla nostra struttura partendo sempre dalla fondamentale dell’accordo, perciò partendo dal Dmin7 inizieremo dalla nota Re, quindi dal secondo grado, sull’accordo di G7 partiamo dalla nota Sol, quindi dal quinto grado e sull’accordo di Cmaj7 dalla nota Do quindi dal primo grado (ora si può capire meglio perchè si parla di progressione II-V-I).
Di seguito sul Fmaj7 partiamo dal quarto grado quindi dalla nota Fa, sul Bmin7b5 partiamo dal settimo grado, cioè dalla nota Si, sul E7 dal terzo grado e sul Amin7 dal sesto grado.

Stiamo quindi suonando la scala di Do maggiore su tutta la struttura, ma iniziando da gradi diversi esercitiamo l’orecchio all’uso delle scale modali, in cui a ciascun accordo corrisponde una scala.


I GUIDE TONES

Per guide tones si intendono la terza e la settima di ogni accordo, queste due note rivestono un ruolo essenziale poiché da sole ci danno le informazioni fondamentali di ciascun accordo.

Ora le suoniamo su tutta la struttura, nota che corrispondono agli shell chords senza la fondamentale.

Autumn leaves: guide tones

Come si può sentire l’armonia risulta comprensibile anche con l’uso di due sole note, che possono essere usate anche melodicamente come nell’esempio seguente:

autumn leaves guide tones 3

Possiamo quindi utilizzare le guide tones sia come punto di partenza che di arrivo delle nostre frasi, il passo successivo è quello di utilizzarle con le note cromatiche.


I CROMATISMI

Il linguaggio jazz è ricco di cromatismi, un modo di avvicinarsi al loro uso è di utilizzarli avendo come riferimento le guide tones.

Ogni guide tone può essere avvicinata cromaticamente:

  • Da un semitono sopra. 
  • Da un semitono sotto.
  • Da due semitoni sopra.
  • Da due semitoni sotto.
  • Da un semitono sopra e sotto e viceversa.

Come esempio ora applico i semitoni alle nostre note di riferimento, le guide tones.

Cromatismi su Autumn Leaves


SUONIAMO SCALE E ARPEGGI


Se quindi utilizziamo come punto di riferimento le guide tones possiamo creare delle frasi utilizzando le scale e gli arpeggi che abbiamo visto, in questo modo la nostra improvvisazione diventerà ancora più ricca come nell’esempio seguente:

Per concludere suona su Autumn Leaves utilizzando tutti gli elementi che abbiamo visto durante la lezione, quindi guide tones, arpeggi, scale, cromatismi e variazioni ritmiche, avendo sempre come riferimento il tema del brano, che come ho detto all’inizio della lezione, deve restare centrale. 

CONCLUSIONE

Chiaramente si tratta di argomenti vasti e complessi che non è possibile trattare in modo esaustivo in così poco spazio, ma spero che questo articolo ti abbia portato un po' di chiarezza nei confronti delle basi della chitarra jazz

Cosa ne pensi? Fammi sapere nella sezione commenti qua sotto!

A presto

Due parole sull'autore

Pierpaolo

Pierpaolo è un chitarrista, compositore e didatta jazz con più di 40 anni di esperienza con lo strumento. Si è esibito in numerose rassegne, ha registrato tre dischi jazz con sue composizioni originali ed uno in omaggio alla musica di Stevie Wonder.

Pensieri sull'articolo?

  • Argomenti esposti in modo chiaro. Bravo.

  • Roberto Pigò ha detto:

    Fatto veramente bene, e avere scritto sul pentagramma i passaggi eseguiti rende tutto molto chiaro.

    • Pierpaolo Manca ha detto:

      Ciao Roberto, sono contento che il video sia stato utile, anche grazie al pentagramma!

  • complimenti, ben esposta la didattica e la metodologia di apprendimento

  • buongiorno maestro, sul video al minuto 7 circa l’arpeggio di E7 b9, mi suona strano…è stato inserito un C naturale al posto del 3° gr. B… per 2 volte, però mi accorgo adesso che nel P D F è corretto, poco male
    cordiali saluti F. Virone…grazie di questi tutorial seguo sempre appassionato

  • Complimenti. Veramente chiara la spiegazione. Raro trovare su internet tutorial di questo tipo. Mi è stato di grande aiuto. Grazie molte e buon lavoro

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